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Viticoltura e Enologia
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Viticoltura ed Enologia

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Viticoltura ed Enologia
Il Centro si occupa di viticoltura con riferimento all'uva da tavola e da vino, inclusa la trasformazione enologica. Svolge attività di conservazione e valorizzazione del germoplasma viticolo nazionale. Promuove tecniche colturali innovative volte a favorire la sostenibilità ambientale, ivi compreso il rapporto suolo-paesaggio-viticoltura, e alla sicurezza alimentare. È attivo negli studi chimici, biologici e sensoriali relativi alla trasformazione delle uve anche attraverso la valorizzazione della biodiversità dei microorganismi fermentativi.
Applicazioni nidificate
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Il CREA alla FAO Global Agrifood Biotechnologies Conference 2025
Il CREA parteciperà dal 16 al 18 giugno 2025 alla FAO Global Agrifood Biotechnologies Conference 2025, dal titolo “Biotechnologies for a Sustainable Future: Driving Agrifood Systems Transformation”, presso la sede centrale della FAO a Roma, con un programma di attività ricco e articolato. Nel dettaglio verranno effettuate una Exhibition, intitolata “CREA research for the development of innovative biotechnological solutions for the sustainability of agrifood systems”, e la presentazione di 16 poster scientifici da parte dei ricercatori di diversi centri dell’Ente.
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Vino: al via al CREA di Velletri "Tutti giù in Cantina", X Festival della Cultura del vino
Fino al 22 giugno, degustazioni ed eventi scientifico-culturali con l’Italia del vino al centro della X edizione
Inaugurazione alla presenza di Giancarlo Righini, Assessore Agricoltura della Regione Lazio; Ascanio Cascella Sindaco di Velletri; Massimiliano Raffa, Presidente Arsial; Andrea Rocchi, Presidente CREA; Riccardo Velasco, Direttore Viticoltura ed Enologia.
Interviene il ministro Francesco Lollobrigida
Evento speciale: presentazione del master con Unitus.
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Il contributo del CREA allo sviluppo locale e alle prospettive future della ricerca agricola
“L’innovazione è il motore che da sempre consente al CREA di essere un ponte tra la ricerca scientifica e il mondo produttivo, contribuendo in modo significativo alla trasformazione del settore agroalimentare. Il futuro si costruisce con il territorio e, qui in Puglia, ha un cuore antico come quello della ex Cantina Sperimentale, fondata del 1879 e fulcro dell'enologia locale, ma guarda avanti ai grandi temi del cambiamento climatico, della sostenibilità e della competitività".
Così Andrea Rocchi, Presidente CREA, in occasione dell’evento “La ricerca CREA che fa crescere le imprese in Puglia”, organizzato da Cassandro srl con il Comune di Barletta e CREA, svoltosi oggi presso Biblioteca ex cantina sperimentale di Barletta e che ha visto la partecipazione , tra gli altri, di Donato Pentassuglia, assessore all'agricoltura della regione Puglia e di Cosimo Damiano Cannito, sindaco di Barletta.
Kick-Off Meeting progetto PRIMA REVINE - 15 Luglio 2021
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Non ci sono eventi in programma
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Direttore del Centro
Riccardo Velasco
Direttore
ORCID: 0000-0002-8760-5031Aggregatore Risorse
Piano Triennale della Ricerca 2021-2023
Piano Triennale della Ricerca 2021-2023
Il Piano triennale di attività del CREA contiene la visione strategica decennale e la pianificazione operativa sia dell’Ente in generale sia dei singoli Centri di Ricerca in particolare e viene aggiornato annualmente.
E’ elaborato dal Consiglio Scientifico, adottato dal Consiglio di Amministrazione ed approvato dal Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo.
Scopri il Piano Triennale del CREA
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Stiamo lavorando con
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Progetto CEL NU LAT - FEASR PSR 2014-2020 Regione Piemonte – Misura 16.2.1

Progetto del programma Europeo PRIMA. REVINE - REgenerative agricultural approaches to improve ecosystem services in Mediterranean VINEyards
Storia del centro v.1 VE
VITICOLTURA ED ENOLOGIA
La storia del centro
La viticoltura italiana che risale ai tempi dell’Enotria e della Magna Grecia ha nobili ed antiche origini e, pur a fasi alterne, ha sempre rappresentato un punto di riferimento mondiale. Gli ultimi 150 anni hanno visto il rifiorire della vitienologia italica ed hanno stimolato la dedizione e la genialità di numerosi studiosi che hanno contribuito fortemente alla straordinaria produzione e qualità moderne. In questo scenario un ruolo molto importante lo hanno giocato gli Istituti Sperimentali, già Regie Stazioni Sperimentali costituite a fine ‘800.
Tra il 1872, con la nascita della Regia Stazione Enologica Sperimentale di Asti, ed il 1875, nascita della Scuola Enologica di Conegliano da una cui costola ebbe i natali la Stazione Sperimentale nel 1923 sotto una comune direzione dei prof. Giunti e poi Dalmasso, al 1891 anno in cui il figlio di Giuseppe Garibaldi, Menotti-Garibaldi fondò la Regia Cantina Sperimentale nel comune di Velletri, fiorirono Istituti Sperimentali, riordinati con il D.P.R. 23 novembre 1967, n. 1318, che, con storie tra loro intrecciate ed alterne fortune, costituiscono attualmente la struttura del Centro di Viticoltura ed Enologia con le sedi di Conegliano, Asti, Arezzo, Turi e Velletri a cui si aggiunge oggi Gorizia proveniente dalla Nutrizione delle Piante.
Con il citato decreto del 1967 all’Istituto sperimentale per la Viticoltura di Conegliano e le sue Sezioni Operative Periferiche di Asti (oggi soppressa), Turi ed Arezzo fu demandato di provvedere agli studi ampelografici sui vitigni e loro portinnesti, al miglioramento per via genetica della vite secondo le esigenze poste dallo sviluppo dell’economia agricola nel contesto dei mercati interni ed internazionali, nonché agli studi ed alle ricerche sulle tecniche di coltivazione e sui connessi problemi di fisiologia viticola, mentre all’Istituto sperimentale per l’Enologia di Asti con le sezioni di Velletri, Barletta e Gaiole in Chianti (queste ultime due soppresse nell’ultima riorganizzazione) fu assegnata l’operatività scientifica-sperimentale nella chimica, la microbiologia e le tecnologie enologiche.
A venerabili scienziati del calibro di Ravizza, Mensio, De Astis, Martinotti, Cosmo, Dalmasso, Manzoni, Usseglio-Tomasset, Di Stefano, si debbono tecnologie viticole ed enologiche dell’importanza della diffusione dei portainnesti americani per combattere la fillossera, dei sali di rame per difendere la vite dalla peronospora, gli studi sulle sostanze aromatiche e polifenoliche delle uve, dei mosti e dei vini, il metodo Charmat, la stabilità del vino legata alla diminuzione della disponibilità di azoto assimilabile per i lieviti, la degradazione biologica malolattica, che hanno valso agli istituti sperimentali una parificazione a sedi universitarie alle quali a vario titolo hanno fornito docenti e competenze tali da determinarne il successo negli anni.